venerdì 2 maggio 2014

Felicity - Work in Progress

Serendipità... è così che si fanno le grandi scoperte e il mondo va avanti: Colombo cerca le Indie e scopre l'America, Fleming conserva male i suoi campioni di batteri e scopre la penicillina, un tizio in un film cerca un paio di guanti e trova l'anima gemella...

Io non ho [ancora] fatto una scoperta che cambierà il mondo, però, nel mio piccolo, mi viene voglia di lanciarmi in un nuovo disegno (ignorando, lo so, criminalmente la coda di quelli su commissione che dovrei fare, ma questo è il bello di essere un'artista, ci si può sempre appellare all'ispirazione, manco fosse il Quinto Emendamento...), ho già un'idea in mente, devo solo trovare l'immagine giusta come riferimento e base da cui partire.

Apro Google Immagini e digito ARROW, convinta di imbattermi nei pettorali guizzanti di Oliver Queen, o in qualche immagine epica (era poi quello che cercavo...) di lui che tende l'arco, in una di quelle inquadrature un po' dal basso (perchè fa più imponente), un po' scentrate (perchè prenderli di fronte è banale...), un po' da esaltati che ormai sono diventate un cliché ma che continuano a piacerci tanto, chissà perchè.

E invece ecco quello che trovo (come terzo risultato!):


Beh, è stato un colpo di fulmine, e me ne sono letteralmente innamorata: Felicity Smoak è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, è la mia icona di stile, e quest'immagine mi piace tantissimo perchè rappresenta una sfida notevole, che mi porta ad affrontare difficoltà che non avevo mai incontrato in un disegno.

Innanzitutto, il gioco di luci e ombre è decisamente impegnativo, gli occhiali sono un accessorio che non ho mai provato a rendere, e qui hanno un riflesso sulla sua lente sinistra che - ne sono sicura - mi darà parecchio filo da torcere, il gloss è qualcosa che cambia totalmente la consistenza delle labbra, che già mi mettono in crisi "al naturale"...

E siccome mi piace farmi del male, ho subito scaricato l'immagine, l'ho convertita in bianco e nero, ricontrastata (ho dovuto aggiungere molta luce, altrimenti non sarei stata in grado di distinguere niente dalla stampa che ne ho tratto, ma a scurirla sono sempre in tempo...) e ho iniziato a lavorarci sopra.

Ci sono voluti due pomeriggi per trarne quattro bozze una peggio dell'altra, e poi - come sempre succede - sono tornata a riprendere in mano la prima: per ora sono arrivata qui (il naso è a metà, conto di migliorarlo appena avrò un po' di tempo...):


Quello che ho cercato di rendere è il suo sguardo, che definire "triste" sarebbe riduttivo: un'idea di tutti i sentimenti che racchiude ce la si può fare guardando la scena da cui è tratta [Arrow, 1x14, Odissea, 1:50 - 2:40] e che purtroppo ho trovato solo in inglese e non in italiano... questa la traduzione, comunque:

Diggle: "Quando ero in Afghanistan la mia unità aveva l'ordine di proteggere un comandante locale, Golem Khadir... Khadir era un gran verme: vendeva oppio... e bambini. Un giorno, mentre lo stavamo scortando a Moqur, i ribelli hanno teso un agguato al nostro convoglio: li abbiamo uccisi tutti in meno di un minuto.
Quando il fumo si è diradato, mi sono avvicinato a loro... sapevo chi era morto per colpa mia. Gli ho tolto la kefiah: era un ragazzo di appena diciotto anni, lo avevo preso alla gola... lo avevo ucciso per proteggere quel gran bastardo, e mi sono chiesto: "Ho fatto la cosa giusta? Sono ancora un brav'uomo?""


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