Oggi
(finalmente! ^^) è arrivato il pacco Amazon che stavo aspettando con i miei più
recenti acquisti musicali: Load e ReLoad dei Metallica.
Sì,
avete capito bene, Load e ReLoad in un colpo solo; sì, l’ho fatto
di proposito, e no, non intendo essere linciata per questo.
So
anch’io che è patetico pubblicare due album con lo stesso nome e la stessa
copertina, ma se è per questo è patetico anche pubblicare tre canzoni con lo
stesso titolo, farsi riprendere dalle telecamere in mutande e canottiera con la
barba di tre giorni e una lattina di birra vuota sempre in mano E VENDERE PURE
(a caro prezzo) il DVD, è patetico anche mettere la propria figlia sul palco ad
un concerto e soprattutto insultare i propri fan, eppure i ‘tallica hanno fatto
tutto questo e noi comunque li amiamo ancora.
Load ha venduto, e ha venduto bene, la critica l’ha recensito
positivamente, così subito intere legioni di fan di vecchia data hanno iniziato
a dare addosso ai Metallica, accusandoli di aver tradito le loro radici thrash
[le due acca sono giuste, Thrash Metal
si scrive proprio così, non chiedetemi perché…] e – accusa ancora più infamante
– di essersi venduti, di essersi dati al commerciale [e nel magico mondo del Metal non si può immaginare insulto
peggiore… è peggio che dare del cornuto
ad un siciliano, tanto per rendere l’idea]
Ora,
dar loro torto è oggettivamente difficile: rispetto a dischi come …And Justice for All, Load è sciroppo di
zucchero e acqua di rose, di Thrash Metal ce n’è meno che nel mio dito mignolo,
però chi l’ha detto che prendere una strada diversa rispetto al passato sia
automaticamente sbagliato? (“Moving
back instead of forward seems to me absurd” dice Eye of the Beholder, dopotutto)
Se
l’hanno fatto con una mano sul cuore (e non sul portafogli…), i ‘tallica hanno
fatto benissimo a Saltare nel Fuoco
incidendo un disco che andasse controcorrente e infrangesse tutti i canoni che
LORO STESSI, qualche anno prima, avevano istituito (chi, se non loro, infatti,
ha inventato il Thrash, andando controcorrente rispetto ai canoni dell’Heavy
Metal in vigore all’epoca?).
Ma
ora basta con le premesse, bando alle ciance, ciancio alle bande, mettiamo su il CD e spariamolo a tutto volume
(magari nelle cuffie, altrimenti famiglia e vicini danno fuori di matto!),
godendoci 78 minuti e 59 secondi di puro blues-country-rock-echissàchealtro
firmato Metallica…
Iniziamo
da Load, per ReLoad farò un post a parte altrimenti Blogger mi chiude l’account
per eccesso di chiacchiera… non sono Mattia,
e non ho il suo talento, ma mi è sempre piaciuta l’idea di scrivere una
recensione, e questo è il mio momento… =)
La
prima cosa che faccio quando ho un nuovo CD per le mani, appena tolta la
pellicola protettiva, è sfogliare il libretto: mi piace da matti, e se non c’è
(a volte capita, c’è solo un foglio con l’immagine di copertina e dietro
pubblicità… –.–) il CD automaticamente perde dieci punti in partenza.
Bene,
anche di Load ho subito estratto il
libretto e ho iniziato a guardarlo. Solo, vorrei non averlo mai fatto… la
copertina è brutta, ma questo lo sapevo già, voltiamo pagina e inizia qui lo
sconforto: innanzitutto, mancano i testi e questo è INAMMISSIBILE! Ma che vizio
che hanno i Metallica di maltrattare i testi delle loro canzoni: qui hanno
messo tre o quattro righe di ognuna, in Death
Magnetic le hanno scombinate tutte, mischiando i testi senza alcun ordine…
ragazzi, questo vi costerà altri 50 punti, e non voglio sentire scuse, a letto
senza cena, tutti e quattro! U.U
Seconda
cosa, le foto… senza più i testi c’è una montagna di spazio per le foto, ma
faccio fatica a trovarne una decente… A parte che son tutte in formato
francobollo, ma l’ombretto, il mascara, le magliette corte che scoprono
l’ombelico, LE CIGLIA FINTE… ma il Rocky Horror Picture Show non l’avevano già
girato?!?
Scusate,
passo al commento musicale perché mi sto sentendo male… ora mi riprendo, datemi
un minuto da sola col gabinetto poi torno…
- Ain’t my bitch [3.5*]: Inizio
in sordina, o comunque non col botto. Come ad un concerto ci sono i supporter
per scaldare il pubblico in attesa della parte migliore, così l’album si apre
con una canzone assolutamente mediocre, musicalmente e liricamente parlando. Da
tre stelle, ma ne guadagna mezza perché ascoltata al giusto volume pompa un
sacco e questa è cosa buona e giusta… ^^
- 2x4 [3.5*]: 2x4 = 8! Chi l’ha detto che il
Metal è diseducativo? I Metallica insegnano addirittura le tabelline! =) Scherzi a parte, questa è una canzone senza infamia e senza
lode, carina da ascoltare, orecchiabile, facilissima da cantare perché non ha
un testo, solo quattro frasi che si ripetono per cinque minuti, su cui non
spenderei molto tempo in elucubrazioni. Solo una considerazione al volo: Dave
Mustaine passa la vita a rivendicare la paternità di tutte le canzoni dei
Metallica (l’ho visto con i miei occhi pretendere di aver scritto lui Enter Sandman!!! O.O) e per quanto gli
voglia un bene dell’anima non gli ho mai creduto, ma in questo caso devo
ricredermi: la prima volta che ho sentito 2x4
ho pensato: “Com’è possibile che una canzone dei Megadeth si trovi nell’album
dei Metallica?!”… non solo lo stile MA ANCHE LA VOCE è quella di Dave! O.o
- The house Jack
built [4.5*]: Su
questa avevo delle grandi aspettative, o perlomeno una gran curiosità. Avevo
letto che il Jack della canzone fa Daniels di cognome, ed ero proprio curiosa
di scoprire cosa avrebbe scritto James della sua croce e delizia, la Sweet Amber cui dedicherà più di una
canzone.
Partire con delle aspettative non sempre è un bene, si corre il rischio di rimanere delusi, ma non è questo il caso. La canzone è bella, bella, bellissima, e prenderebbe 5 stelle di sicuro, ma come vedrete devo tenere le 5 stelle piene per una sola canzone di quest’album, e Mama Said le merita di più… mi dispiace, però, perché qui ci stavano di brutto.
Comunque, qui c’è poco da distinguere tra musica e parole, perché raramente come in questo pezzo il connubio è così perfetto che l’una sostiene perfettamente e talvolta sostituisce le altre. La casa che Jack ha costruito è il tunnel dell’alcolismo, un tunnel in cui, infilando le cuffie ad un volume sufficientemente alto e premurandosi di chiudere gli occhi, si riesce perfettamente ad entrare. Avete presente la casa stregata o il tunnel degli orrori dei luna park? Ecco, sei minuti di canzone equivalgono ad un giro: si entra soft, con una voce suadente e dolce (James per la prima volta, per sua stessa ammissione, canta invece di ringhiare), poi pian piano l’oscurità si fa sempre più fitta, e inizia a popolarsi di suoni distorti, di grida e di urla, in una climax che ha il suo culmine nel disperatoThe higher you areThe farther you fall
The longer the walk
The farther you crawl
My body, my temple
This temple it tilts
Yes, I am, I am, I AM
[The house Jack built] - Until it sleeps [4.5*]: Per questa mi ci sono voluti parecchi sforzi per andare oltre il video. E’ il classico esempio di come un pessimo video possa rovinare una bella canzone (e i Metallica l’hanno capito quasi 20 anni prima di Miley Cyrus, ogni riferimento a Wrecking Ball è puramente casuale…).
La regia è stata affidata direttamente a Marilyn Manson, spero, perché non voglio credere che sia originale dei Metallica l’idea di inserire crocifissi dappertutto, e parodiare in modo grottesco (e terribilmente mansoniano: guardate Coma White, è UGUALE) la Passione di Cristo o la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden… a che pro, poi, visto che non c’entra niente con il testo della canzone?!
E poi, dobbiamo proprio parlarne?, Lars vestito di rete e piume colorate, Kirk con l’ombretto verde e lo smalto nero, Jason che si rotola nel fango… vi prego, nun se pò vedè!!! Vietatelo ai minori, almeno, perché a uno si blocca la crescita a veder certe cose!
In compenso, la canzone è bella, ma proprio bella, e migliora ad ogni ascolto. Siccome nessuno ha davvero capito di cosa parli, si è detto tutto e il contrario di tutto: che è dedicata al padre di James; che parla invece del cancro che ne ha ucciso la madre; che è una critica alle catene della religione… per come la vedo io, è “semplicemente” autobiografica.
Non mi interessa se sia l’alcolismo, l’incapacità di controllare la rabbia, l’aggressività non troppo repressa che James ha sempre manifestato, qualunque forma esso abbia, per me Until it sleeps parla del demone che il cantante e alcuni di noi (o forse tutti) portano dentro, un mostro che divora dall’interno e finisce per consumare.
In questa prospettiva, Until it sleeps diventa un grido di dolore e contemporaneamente una richiesta d’aiuto:
So tear me open and pour me out
There's things inside that scream and shout
And the pain still hates me
So hold me until it sleeps
- King Nothing [4*]: Sul momento le avevo dato tre
stelle, ma poi ci ho ripensato. King
Nothing, infatti, è di quelle canzoni che al primo ascolto non dicono
niente, al secondo interessano, dal terzo in poi piacciono (io per ora sono al quinto…
^^). Diciamo che l’idea di fondo è buona, alcuni versi sono notevoli, ma
nell’insieme il testo è ripetitivo e la melodia ordinaria, quindi niente di speciale,
però nell’insieme mi piace…
Questo è uno dei quattro singoli di lancio del disco, e in effetti è fatta apposta per la radio: già a metà del primo ascolto sai cantare il ritornello! C’è anche un video per questa canzone, e devo dire che mi è piaciuto, perché è pulito ed essenziale, e passa benissimo il messaggio di fondo: a furia di desiderare sempre qualcosa d’altro, sempre di più, si finisce per essere consumati e distrutti dal desiderio, fino a cheThen it all crashes down
And you break your crown
And you point your finger
But there's no one around [...]
No, you're just nothing
Where's your crown, King Nothing? - Hero of the day [3.5*]: Questa
la salto. Non perchè io ce l’abbia con la canzone, o che mi abbia disgustata il
video, semplicemente non la capisco.
Non capisco fino in fondo il video (anzi, è proprio la fine che mi spiazza…) e non capisco proprio per niente la canzone. Ma neanche due righe messe una dietro l’altra, eh, zero, null, nada, nothing.
Wikipedia dice che l’eroe del giorno è il personaggio famoso di turno, il popolo di Internet dice che invece la canzone tratta del dramma dei reduci dalla guerra, e nella mia ignoranza scelgo di abbracciare questa seconda versione, sebbene abbia la potenza di un fiammifero nell’illuminarmi il significato di Hero of the day.
Al primo ascolto, poi, la melodia non suona particolarmente accattivante, ma pian piano sa conquistare, e dal minimo sindacale di una stella, alla fine della giornata Hero of the day supera la soglia della sufficienza portandosi a casa un tre e mezzo… non poi così male…
- Bleeding me [3*]: Un’altra dose di autocommiserazione per James Hetfield… e comincio a stancarmi un po’. Non ho speso 8 euro e 99 centesimi per sentirti piagnucolare per un’ora e un quarto che sei un fallito e un perdente, anche perché, amore, se tutti i perdenti avessero un patrimonio personale di qualche milioncino di dollari, un record mondiale nel portafoglio e schiere di fan in ogni continente, il mondo sarebbe un po’ diverso da come è oggi…Sostenuta e potente, comunque, la parte muiscale, il che aumenta un po’ il punteggio, portandola da 2 a 3 stelle…
[Post scriptum di una dozzina di ascolti dopo: Bleeding me merita MOLTO più delle tre stelle che le avevo dato all'inizio, e se rivotassi oggi le darei non meno di 4.5*, sicuramente perchè sentire che ha un grande valore affettivo per James (è riuscito a piangere mentre la cantava, LUI, amore mio... <3) le ha dato un grande valore aggiunto, ma anche perchè è di quelle canzoni che scopri davvero ascoltandole e riascoltandole, imparando ad amarle ogni volta un po' di più...] - Cure [2*]: Forse il mio richiamo è servito
a qualcosa, e finalmente vediamo un po’ di riscossa dall’autocommiserazione… il
problema è che è affidata ad una canzone NOIOSA. La metti su, e immediatamente
dopo inizi a fare altro, perché non hai il coraggio di mandarla avanti ma in
cuor tuo speri che finisca presto perché ti ha già rotto.
E tra le varie cose che ho iniziato a fare per distrarmi da Cure c’è stato anche cercare [invano!] Dave Mustaine tra i collaboratori dell’album perché – di nuovo – ho avuto la sensazione che una canzone dei Megadeth fosse finita per sbaglio nel CD dei Metallica… O.o
- Poor twisted me [3,5*]: Questa è carina. Il titolo fa pensare ad un altro bagno nel mare dell’autocommiserazione, invece c’è molta ironia da parte di James: “E’ troppo bello per essere vero / che tutta questa tristezza / sia solo per il povero, contorto, me”. Musicalmente parlando, mi ricorda tantissimo 2x4, ma magari è solo l’impressione di un momento, non saprei… Le varrebbe forse il salto di qualità alle quattro stelle la strofa di chiusura, ma oggi mi sento tirchia perciò lascio 3 e mezzo:
To finally reach the shore
Survive the storm
Now you're bare and cold
The sea was warm
So warm you bathe your soul again
Non c’è spazio per l’autocommiserazione, dopo una strofa così, solo autocritica, il che getta luce in retrospettiva su tutto il resto della canzone, che altrimenti potrebbe essere equivocato... - Wasting my hate [4*]:Good day, how doEccolo qui, finalmente! Abbiamo dovuto aspettare 10 canzoni, ma finalmente eccoci restituito il buon vecchio James, quello che, scazzato fin dalla prima mattina, incazzato col mondo, come un cagnaccio abbaia ad ogni passante che gli capita a tiro.
And I send a smile to you
Don't waste, waste your breath
And I won't waste my hate on you
Mi piace, questa canzone, perché è sì un inno alla misantropia, ma scritto con stile, fa riflettere, e musicalmente parlando scorre via piacevolmente, senza entusiasmare, forse, ma di certo senza annoiare o stancare. - Mama said [5*]: Dio, quanto amo questa canzone!
L’avevo già ascoltata un paio di settimane prima di decidere di comprare
l’album e me ne ero innamorata fin dal primo ascolto, cosa abbastanza rara nel
mio caso… Le cinque stelle sono pertanto d’obbligo qui, e sto addirittura
meditando di istituire un voto tipo “5 stelle super” apposta per premiarla.
Non è affatto “Metallica style”, anzi, a buon diritto è stata classificata come country, ma è – a mio modesto parere – uno dei pezzi più belli che siano mai stati scritti. Dolce, riflessiva, nostalgica e infinitamente triste, usa il pretesto del rapporto del cantante con la madre [morta quando lui aveva 16 anni, N.d.A.] per affrontare il tema della crescita umana e spirituale.
Tutta la canzone (e il video, spettacolare da tutti i punti di vista tranne per due difetti imperdonabili: i baffi di James e la sua camicia di seta viola… urgh!) è incentrata sul tema del “ritorno a casa”, attraverso il deserto, Las Vegas e un’interminabile tunnel che – come mostra chiaramente la fine del video – sono solo stati metaforici e metafisici per descrivere condizioni dell’anima. Ritorno a casa che sarebbe da figliol prodigo al 100% se non fosse per un dettaglio: non c’è nessuno ad accogliere a braccia aperte il figlio che ritorna a casa, solo una lapide:
Mama, now, I'm coming home
I'm not all you wished of me
A mother's love for son
Unspoken, help me be
I took your love for granted,
And all the things you said to me
I need your arms to welcome me
A cold stone's all I see
- Thorn within [4*]: Questa è l’ultima canzone che ho recensito, perché due ascolti attenti non mi sono bastati per inquadrarla, e ho dovuto spenderci quindi un po’ di tempo in più.
Il testo non è male, non è affatto male, ma quello che è notevole secondo me in Thorn within è che James ci ha davvero preso gusto a cantare, si è accorto che è più divertente (e meno dannoso per le corde vocali, come avrà modo di scoprire negli anni a venire…) che sbraitare e allora ci prova e ci si impegna davvero, esplorando le varie potenzialità della sua ugola.
Il risultato è sicuramente interessante, e merita un po’ di riconoscimento e di incoraggiamento, anche perché non lo sto dicendo per pietà, Thorn within mi sembra assolutamente degna di tutte e quattro le stelle che le ho dato. - Ronnie [4*]: Per Ronnie sono quattro stelle, con una mezza che balla e che non ho
ancora deciso se attribuirle o meno. Il primo impatto con la canzone è stato
decisamente positivo perché l’intro (che poi è il motivo portante dell’intero
pezzo…) è qualcosa di inedito per me, e mi piace che – arrivati alla penultima
traccia – i ragazzi abbiano ancora qualcosa di nuovo da tirar fuori dal
cilindro e non solo la solita minestra riscaldata.
Musicalmente parlando, quindi, mi sento appagata, e il testo non è da meno. E’ la traduzione musicale de “La banalità del male” di Hannah Arendt, libro che non ho mai letto di persona, e che ogni estate mi riprometto di prendere in mano, magari quando finisco quello che ho per le mani lo faccio... ma non divaghiamo, stavo dicendo che effettivamente Ronnie tratta splendidamente il tema della banalità del male, ed è tutto riassunto nel “ritornello”:
He said: "Lost my way"
This bloody day
Lost my way
I heard him, he said: "Lost my way"
This bloody day
Lost my way
All things wash away
But blood stained the sun red today
- The outlaw torn [2.5*]: Faticosa. Mamma mia se è stata
faticosa! Siamo alla quattordicesima traccia dell’album, questa da sola
[TAGLIATA!] dura 10 minuti, ragazzi se poi la fate anche così lenta e pesante
io mi sento morire…
Le avrei dato due stelle (una e mezzo sul momento perché avendo ancora nelle orecchie Ronnie questa faceva proprio una magra figura, ma poi ho cercato di essere più obiettiva e professionale), ma poi, mossi a compassione, dopo la metà della canzone i ragazzi hanno iniziato a darci dentro con la musica e la parte strumentale è notevole… ma più di due e mezzo non voglio dare. Al massimo posso fare come la mia prof di italiano al ginnasio, che dava voti del tipo 6 ½ +++ [sei e mezzo con tre più?!? Dammi 7, che ti costa?!] e darle un 2.5 + ma nient'altro…
Ed
eccoci così, un’ora e un quarto dopo (come passa il tempo quando ci si diverte,
né?), a tirare le fila del discorso. So di averlo demolito da tutti i punti di
vista, strada facendo, ma non vorrei che vi faceste un’idea sbagliata di Load:
a me è piaciuto, e sono sincera (dopotutto, io sono quella a cui è piaciuto
anche Risk dei Megadeth, quindi
niente di strano…), trovo che sia pieno di coraggio e di buoni spunti, qualcuno
sviluppato in un pezzo davvero pregevole, da cinque stelle o quasi, qualcuno
magari rimasto bloccato allo stato grezzo, ma tutto sommato, se escludiamo le
porcate commerciali (che ci sono, e sparo a vista su chi afferma il
contrario!), il disco è più che valido.
Quindi,
considerato che perde dei punti per il libretto e la copertina, tenendo conto
della media dei voti delle singole canzoni (media aritmetica, stasera la
statistica non ha voglia di accendere il cervello…), direi che Load si becca un
3.5 finale. A
malincuore, perché in realtà il voto che merita è 4, ma proprio non me lo
dovevano impaginare così, non dovevano girare quei video e non dovevano
truccarsi come neanche i Kiss hanno mai osato fare… E con questo chiudo il
discorso, buonanotte!
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